Salvatore Minieri – PASCIÀ – IL CLAN DEI CASALESI È NATO IN UNA DISCOTECA

20.00

Duemila anni di segreti, tra le notti del golfo più agitato del Tirreno. Dal misterioso e spietato Mamurra a Gramsci, dal sistema di potere Psi-Dc fino alla storia del clan Bardellino. Dagli appetiti dei narcos colombiani fino alla prima banca, controllata dal manager massone, Aldo Ferrucci, direttore dell’inquietante discoteca “Seven Up”. Dalla Banda della Magliana alle ombre sulla discarica di Borgo Montello e nei silenzi complici, intorno alla terrificante uccisione di Don Cesare Boschin. Dal traffico di rifiuti tossici della nave Zanoobia alla misteriosa Renault 5 che faceva la spola tra la discarica del clan Schiavone, a pochi chilometri da Latina, e il lungomare formiano.

“È UN RACCONTO SPIETATO, COME OGNI SEGRETO CHE SMASCHERA”

(Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore – dalla quarta di copertina)

 

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Descrizione prodotto

Salvatore Minieri:

PASCIÀ

IL CLAN DEI CASALESI È NATO IN UNA DISCOTECA

 

Rilegatura: brossura. Copertina morbida con plastificazione soft touch
Formato 12×19,5; pp. 600

Edizioni Italia 2018

1 review for Salvatore Minieri – PASCIÀ – IL CLAN DEI CASALESI È NATO IN UNA DISCOTECA

  1. :

    La provincia di Latina: quasi un esperimento geografico come quelli portati a termine in Africa quando i paesi europei si divisero quel continente all'inizio del ventesimo secolo. Confini tracciati seguendo linee immaginarie, ipotetiche, e che, alla fine, crearono un luogo fatto di tante storie e quindi nessuna. Non esiste in Italia una territorio come questa provincia, così antropologicamente diverso tra nord e sud: un lembo di terra dove le spiagge assolate e i fasti millenari dell’impero romano con la sua popolazione quasi campana al sud si incontrano ma non si mescolano, quasi fossero acqua e olio, con il nord delle paludi e delle bonifiche fasciste, innestato in quel ventennio da migliaia di famiglie venete e friulane. Una provincia senza apparenti padroni, lillipuziana tra i giganti Roma e Napoli ma che dai prima anni settanta dello scorso secolo diventa terra di conquista culturale e fisica dei "Pascià", il clan dei casalesi che con la forza dell’intimidazione e del denaro, provento del traffico di rifiuti e di stupefacenti, stringe rapporti con la politica locale e nazionale costringendola a patti, scala le gerarchie criminali internazionali, droga l’economia, si impadronisce della costa e della pianura pontina fissando le proprie regole e basi logistiche: a Formia, dove impianta la discoteca più grande d'Europa, e a Latina, dove contribuisce a far sorgere la quarta discarica più grande d'Italia, poi riempiendola di ogni cosa. Salvatore Minieri come Roberto Saviano, se l'autore di "Gomorra" racconta i bassifondi di violenza e crudeltà dei clan casertani e napoletani e la loro ascesa, Pascià è il capitolo due: il piano superiore, l'irraggiungibile attico dove i criminali più spietati incontrano massoneria, malapolitica e corpi deviati dello Stato concludendo affari e tessendo le trame oscure d'Italia e d'Europa. Una torre di malaffare vista mare su quello che non è più il Lazio ma la Marina di Casale, un non luogo dove gli esseri umani sono massa informe senza identità tra le sette sale della discoteca 7 Up e i nativi, quando non si inchinano al nuovo padrone che ordina e comanda secondo regole medievali, relegati a temporanei e sgraditi ospiti. FRANCESCO FURLAN giornalista

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