Il nuovo Catasto onciario introdusse un sistema tributario rivoluzionario, più equo e soprattutto più congeniale alle esigenze di sviluppo del Regno di Napoli, ma quello che il sovrano non poteva immaginare mentre varava la sua riforma, era il fatto che quella sua costruzione, al di là dell’indubbia utilità scale e censuale e nonostante le prime difficoltà e resistenze incontrate in varie Università, potesse diventare, quasi per caso, un prezioso strumento per conoscere la vita nella campagne, sia sul piano delle tecniche di lavorazione della terra, sia sui diversi e variegati habitat che in essa convivevano. Pur limitatamente al Catasto di “Torre di Francolise e suoi Casali” e al Catasto del “Castello di Montanaro”, i documenti scali raccolti dal Cannizzaro, raccontano di ambiente naturale, di ora e fauna, di aspetti climatici e di tanto altro ancora. In altre parole, oltre i “gelidi” aspetti legati al dato scale – peraltro magistralmente elencati dall’Autore – è possibile riconoscere habitat variegati ed eterogenei, sparsi tra la pianura e la catena montana, ciascuno con proprie caratteristiche, talvolta indotte dall’uomo n dal periodo romano e giunte poi quasi immutate almeno no alla prima metà dell’ultimo secolo.