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Come una pietra senza muschio – Con accenti di autoironia l’autore racconta di momenti particolari dei suoi sessanta anni di vita, anni passati tra i sogni di gloria e le manie di grandezza che hanno caratterizzato tutto il suo trascorso esistenziale. Un delirio di onnipotenza ha contraddistinto il suo agire quotidiano. Egli ricorda gli sforzi messi in campo per raggiungere la vittoria incomparabile in una gara senza tregua con gli altri, considerando se stesso un individuo mostruosamente dotato dal punto di vista intellettivo e migliore di ogni suo simile. “Pietra mossa non fa muschio”, recita un noto proverbio, nel senso che se una pietra viene continuamente spostata da una parte all’altra, il muschio non avrà il tempo di formarsi sulla sua superficie. In altre parole, se una persona cambia continuamente settore lavorativo o varia di volta in volta il proprio campo di interessi, non riuscirà mai a raggiungere la piena affermazione. Così l’autore, alla ricerca ossessiva e distruttiva del successo, scivola, come una pietra senza muschio, lungo il pendio di una vita di traguardi mai raggiunti, impantanandosi, alla fine, nei meandri della totale inconcludenza. Senza autocommiserazione, nel bisogno di narrarsi e di ritrovarsi, e in virtù  di un ritrovato equilibrio psichico ed emotivo, giunge alla conclusione che è soltanto nella vita affettiva, che bisogna ricercare e raggiungere il successo vero, un successo fatto di piccoli momenti di serenità e di felicità da trascorrere con i propri cari.